Che tipo di Yoga insegni nei tuoi corsi?
- Patrizia Pat
- 14 apr 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 11 feb 2023
Questa è una delle domande più frequenti che mi vengono poste e a cui spesso mi sento in difficoltà nel dare una risposta breve, unica ed esaustiva...ed è così che inizio ad aprire la prima parentesi su questa profonda e infinita via che spesso si conclude con un "prova a fare una lezione e scopri se ti piace".

Nel mio sentiero su questa via che cammino da 10 anni, ho attraversato, approfondito e in alcuni casi solo assaggiato stili di Yoga completamente diversi tra loro, tutti tendenti ad un fine comune: sperimentare la sensazione di Unione.
Dalla prima volta che ho srotolato il tappetino sono cambiata io come persona, è aumentata la consapevolezza di me stessa, delle mie zone di luce e quelle d'ombra, dei miei bisogni e fragilità e così la pratica, che insieme a me ha subito un'evoluzione mediante la ricerca e l'approfondimento di ciò che sentivo risuonare maggiormente dentro. Ho lasciato alcuni pezzi per accoglierne di nuovi, un po' come tutti facciamo nella vita....e la pratica Yoga non è altro che il riflesso della vita stessa...del cammino di conoscenza e sperimentazione che compiamo nella nostra esistenza, quando decidiamo con senso di responsabilità e accoglienza, di guardarci dentro.
Ho approcciato questa disciplina abbracciando uno stile molto dinamico che per 6 anni che mi ha aiutata a coltivare qualità di cui necessitavo in quel dato periodo della mia vita. Poi ho vissuto una crisi esistenziale e lavorativa sulla soglia dei 30 anni che mi ha portato a partire per dedicarmi anima e corpo allo Yoga, muovendomi per un anno geograficamente nello spazio, ma assaggiando l'intrinseca profondità raggiungibile nell'immobilità. Questa nuova consapevolezza mi ha affascinato così tanto che ho deciso di approfondirla e abitarla sempre più, andando a studiare stili e approcci allo Yoga completamente in antitesi con quello da cui ero partita: il movimento fluido del corpo, lo “stare senza fare nulla” a cui già come società siamo poco inclini, il muovere l’energia all’interno di noi mediante la “sola” visualizzazione.
Le resistenze dell’ego, gli attaccamenti e la necessità di abbandonare ciò che già pensavo di sapere, hanno iniziato a farsi sentire e dico grazie a ciascuno dei miei insegnanti per avermi fatto da specchio quando sono stata disposta a vedermici riflessa.
Ad oggi ho compreso che non esiste un Guru esterno a noi, possono esservi Avatar, personaggi illuminati che ci indicano il cammino da seguire per contattare e seguire l’unico vero Guru che ci accompagnerà per l’intera esistenza: NOI STESSI.
Così (per me) è la pratica: ogni giorno è diverso da quello precedente, io non sono la stessa persona che quotidianamente sale sul tappetino, i miei bisogni sono mutevoli e come diceva Eraclito “non ti bagnerai mai due volte nell’acqua dello stesso fiume”...non ci resta che sviluppare giorno dopo giorno quell'ascolto profondo che si coltiva e si affina ogni volta che guidati da qualunque stato d'animo, si matura la volontà di srotolare il proprio tappetino: talvolta con la gioia nel cuore, talvolta con le lacrime agli occhi, ma il tappetino rimane lo zoccolo duro a cui fare ritorno, lo specchio in cui accogliere amorevolmente se stessi, provando a lasciare da un lato il giudizio e l'aspettativa.
Lo Yoga è un viaggio, un viaggio dentro se stessi, dove non conta da dove tu sia partito...quello è il punto giusto per te. Non si è in ritardo ne in qualche modo inadatti...ti porta a ricordare, a sperimentare e ad amare il semplice fatto di ESSERE.
Durante le pratiche che conduco cerco di far confluire i diversi insegnamenti trasmessi dai miei insegnanti, all’interno di un percorso armonico che mira a far sperimentare un contatto crescente e autentico con se stessi.
Svariati sono gli stili di Yoga poichè differenti sono le personalità che si avvicinano a questa disciplina. Alcuni approcci ci invitano a “Imparare a stare” osservando il corpo e i movimenti della mente per aumentare la consapevolezza di noi stessi, senza giudizio ne attaccamento al risultato. Altri ci portano a “Imparare a fluire” nel ritmo personale del nostro respiro, accompagnati dalla sincronia del corpo nella fluidità del movimento.
Vivo lo Yoga come la sintesi tra questi due movimenti, accompagnando gli allievi a fare esperienza di entrambi nell'osservazione e nell'ascolto profondo di se stessi.
La pratica Yoga accresce il nostro livello di benessere psicofisico, risvegliando il corpo e la nostra percezione dello stesso e ci aiuta a coltivare lo stato di presenza in noi stessi e in ciò che ci circonda.




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